Molti dei nostri prodotti sono unici nella loro destinazione: ad es. CardioTens/CardXplore sono strumenti utili ad individuare le relazioni tra malattia coronarica ed iper-ipotensione allo scopo di ridurre eventi di IMA tramite la ricerca di eventi asintomatici precursori.
Oppure l’infusore FMS-2000 consente di effettuare rapide infusioni di grandi volumi di liquidi o sangue in totale sicurezza, evitando ipotermie ed emboli.
Inoltre produciamo il TEM-A, uno strumento di precisione per l’analisi dinamico-meccanica della coagulazione del sangue con metodica tromboelastografica utilizzato in chirurgia e terapie intensive.

Strumenti per la cardiologia
MEDITECH
Fabbricante certificato ISO9000 di strumenti per la misurazione della pressione arteriosa, validati secondo il protocollo BHS, con oltre 4000 strumenti operanti nel mondo.
ABPM-04/ABPM-05
Registratori a memoria solida per Holter pressori con software di lettura
CARDIOTENS/CARDXPLORE
Registratori a memoria solida per Holter di FC/ST/PA/ECG per la gestione della terapia ipertensiva
CARDIOTENS/CARDXPLORE
La diffusione del monitoraggio ambulatoriale sec. Holter della pressione arteriosa indica che il trattamento dell’ipertensione é migliorato continuamente sin dal 1950, con il rapido aumento del numero di pazienti sottoposti a questo test negli ultimi anni. Il risultato é stato quello di ridurre sensibilmente il numero delle ischemie cerebrali, al punto che l’incidenza di queste in un dato Paese rappresenta il livello qualitativo della terapia anti-ipertensiva.
Per contro lo stesso non si può dire in relazione ai casi di IMA, la cui riduzione é stata certamente meno sensibile e non convincente. Tra le numerose spiegazioni possibili di questo non-evento, forse conviene isolare la correlazione tra i fattori di rischio coronarico e le variazioni, o riduzioni, della pressione arteriosa risultante dalla terapia, e quindi procedere ad una analisi. Nel 1987, nelle colonne del “Lancet”, Cruickshank aveva descritto le sue osservazioni sulla base di una ricerca effettuata su un grande numero di pazienti. Se la pressione diastolica veniva abbassata sotto ad 85 mmHg durante la terapia, l’incidenza di IMA – contrariamente a quanto ci si poteva aspettare – aumentava invece che diminuire. Attraverso l’analisi dei dati, diventò chiaro che l’aumento di incidenza di IMA era generato tra quei pazienti che soffrivano di CHD (Coronary Heart Desease). Le sue osservazioni – riassunte nella curva “J” od “U”, dove la seconda parte della curva rappresentava l’aumento di IMA in pazienti con sofferenza coronarica – fu causa di discussioni violente sulla stampa specializzata.
Ciononostante, i risultati di uno studio più recente, “Finnish Cohorts of the Seven Countries Study” (1994) confermò le osservazioni di Cruikshank, chiarificando maggiormente che il fenomeno “J” é più pronunciato tra pazienti anziani (>65) – probabilmente per una maggiore incidenza di problemi coronarici in questo gruppo. L’importanza di questo problema é talmente significativa che il medesimo costituì la questione primaria dello studio HOT, che ha esaminato più di 20.000 pazienti cercando di determinare il livello ottimale di riduzione della pressione arteriosa, cioè di quel livello al quale si può ridurre la pressione senza incorrere in un aumento di rischio di IMA. Anche se i risultati di questo mega-studio saranno disponibili solo in futuro, possiamo sin d’ora concludere da quelle informazioni che la correlazione tra incidenza di IMA e la riduzione della pressione arteriosa é molto più delicata di quanto supposto in precedenza. Inoltre, comprovati dati bibliografici confermano che una riduzione eccessiva della pressione in pazienti coronarici compromette le condizioni della perfusione – dato che l’80% della flusso sanguigno coronarico avviene in diastole – il che può portare ad ischemie miocardiche derivanti da inadeguata ossigenazione.
Nel 1990 Deedwania, pioniere del monitoraggio simultaneo di PA ed ECG, pubblicò le sue osservazioni emodinamiche, dimostrando che l’aumento della pressione sistolica e/o della frequenza cardiaca in pazienti coronarici precede di qualche minuto periodi ischemici. Con ciò provando che in presenza di angina cronica stabile, l’aumento della domanda di ossigeno provocata da un aumento pressorio e/o di frequenza porta ad ischemia. La grande maggioranza di questi casi (92%) avviene in forma silente ed in ritmo circadiano (concentrandosi nelle ore mattutine), Quindi diminuendo la dimensione e quantità dell’improvviso aumento di pressione e frequenza si possono ridurre il numero di occorrenze ischemiche. E cioé, conoscendo il trend dell’ST che rappresenta gli eventi ischemici ed i corrispondenti dati pressori, é possibile offrire una terapia anti-ischemica tramite un controllo adeguato della pressione. Possiamo quindi ammettere che la conoscenza di eventi ischemici e delle concomitanti pressione arteriosa e frequenza cardiaca costituisce la base cruciale di informazioni fondamentali per il trattamento dell’ipertensione.
Durante la terapia di regolazione della pressione arteriosa, la nostra attenzione deve essere diretta all’andamento del trend del tratto ST, correlato alla perfusione coronarica, specialmente in presenza di accertata o supposta CHD. Oggigiorno la definizione più accettata di evento ischemico (AHA) é quella del 3×1, cioé un evento ischemico transiente avviene se avviene una depressione dell’ST orizzontale o discendente maggiore di 1 mm (0,1 mV), nell’intervallo tra 60 ed 80 ms dal punto J, che dura per almeno 1 minuto e con almeno 1 minuto di intervallo tra due eventi. La maggioranza degli autori definisce l’inizio e fine dell’evento quando il livello della depressione eccede/rientra nei limiti di 1 mm.
Sulla base di quanto sopra é ovvio che un’ischemia miocardica può svilupparsi in tempi brevi, anche in 1-2 minuti e che tale evento é direttamente correlato alla pressione/frequenza del momento. Pertanto il monitoraggio della pressione, che generalmente avviene ad intervalli di 15-30 minuti copre solo una piccolissima parte di tempo a rischio, potendosi verificare uno o più episodi ischemici durante l’intervallo tra due misurazioni successive e quindi solo una quasi fortuita coincidenza può consentire di rilevare la pressione durante un tale evento. La soluzione ovvia é quella di completare il monitoraggio della pressione con quella dell’ECG, come dimostrato già da Deewania. Ma questa soluzione non risolve il problema perché anche se la registrazione dell’ECG rileva gli eventi ischemici, la misurazione della pressione avviene pur sempre ad intervalli, con la conseguenza che la pressione concomitante ad un evento rimane sconosciuta.
Una ricerca di sviluppo su base clinica ha prodotto un nuovo tipo di strumenti, il CardioTens ed il CardXplore. La loro caratteristica primaria é un algoritmo matematico all’interno del microprocessore, che analizza i principali parametri dell’ECG battito-per-battito e quindi rileva un evento ischemico sulla base della definizione “3×1” : se il modulo ECG rileva un evento ischemico, immediatamente comanda un rilevamento pressorio estemporaneo, consentendo quindi di osservare il background emodinamico dell’effettivo evento ischemico. Questo trigger di misurazione di pressione viene attivato non solo da una depressione del tratto ST, ma anche da un’elevazione, da tachicardia o bradicardia, e l’operatore può definirne i limiti all’inizio del test. Questa predisposizione dei limiti di trigger viene facilitata dalla possibilità di esaminare il tracciato ECG (sullo schermo di un computer), con tratto ST e frequenza a riposo, dopo aver collegato l’intero sistema al paziente. Lo strumento memorizza i tracciati ECG in caso di evento per una durata selezionabile, ed inoltre può memorizzare tracciati di durata a scelta ad intervalli a scelta.
Il CardXplore memorizza 24 ore di ECG su 3 canali; il Cardiotens memorizza oltre 180 minuti di tracciati su due canali a 200Hz, oltre all’intero trend di ST ed FC, battito-per-battito, ed ai dati pressori, consentendo l’immediata visione dei dati in concomitanza (iper/ipotensione – livello ST – frequenza – tracciato ECG) e fornendo un esatto controllo della tensione, che aiuta a determinare la pressione ottimale per pazienti con CHD, e proteggendoli nel contempo dall’aumento di domanda di ossigeno associata ad improvvise fluttuazioni di pressione/frequenza. Il software consente anche di analizzare la variabilità del tratto R-R nel dominio del tempo e della frequenza ai fini diagnostici. Questi strumenti rappresentano una nuova classe di mezzo diagnostico per il medico coinvolto nel trattamento dell’ipertensione a qualsiasi livello. Esso é indirizzato principalmente all’esame della correlazione tra pressione arteriosa ed eventi ischemici ed alla conseguente possibilità di modulazione della terapia anti-ipertensiva anche in funzione del rischio di IMA.
CARD(X)PLORE (NUOVO PRODOTTO)
Registratore con memoria flash che consente in una sola seduta di effettuare la registrazione combinata sia della PA che di 24-48 ore di ECG, con rilevamento della PA in presenza di eventi elettrocardiografici. Analisi Holter completa dell’ECG con formazione delle famiglie morfologiche, ispezione/rinomina battiti/famiglie, scelta parametri di analisi, scorrimento rapido per eventi, stampa rapporto standard e personalizzato.
CARDIOMERA
Sistema di acquisizione di ECG. Gestito dal medesimo software CardioVision applicabile ai registratori di Pressione arteriosa, consente di avere tutte le prove in un solo database.
CARDIOCLIP
Un registratore di eventi miniaturizzato, fino ad 8 minuti di memoria pre-evento, scelta di canali da 1 a 5, memorizzazione fino a 60 minuti di tracce ECG, alimentazione con una batteria AAA e durata fino ad oltre una settimana.
MERLIN
L’orologio che rileva un canale ECG con il solo tocco del pollice, senza che altri se ne rendano conto, in qualsiasi momento.
ASKIT
Tecniche di misurazione della Gittata Cardiaca e parametri derivati con metodo impedenziometrico totalmente incruento.
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MONITOR ICG-501
Incruento momentaneo od in continuo di parametri emodinamici
DETTAGLIMONITOR ICG-501
Note (glossario) :
Generale : Il torace é un insieme di tessuti, muscoli, ossa, sangue, aria, acqua, che ha una sua resistenza elettrica. Se ci si immette una corrente (nel nostro caso 4mA a 100Hz) in continuo e la si misura in uscita, avrà un suo valore, che é specifico di quella persona. Questo valore varierà in funzione delle variazioni all’interno del torace che sono Respiro e Flusso Sanguigno. Se isoliamo ed eliminiamo le variazioni dovute al respiro, ci restano le variazioni dovute ai flussi di sangue.
Ampere = unità di misura della carica di flusso in un corpo conduttivo
Volt = unità di misura di lavoro elettrico
Ohm = unità di misura della resistenza di un circuito, la forza elettromotrice di 1V necessaria a mantenervi una corrente di 1 Amp
Impedenza = Resistenza+Reattanza – Valore molto vicino alla Resistenza elettrica, considera anche l’attività della membrana cellulare che si comporta come un condensatore
Zo = valore dell’impedenza, aumenta con la diminuzione di fluidi, diminuisce con l’aumento di fluidi. In dialisi é importante perché indica il comportamento metabolico durante il trattamento dialitico (alcuni strumenti usati esclusivamente per esame dialitico dividono la componente Resistenza da quella di Reattanza per separare il comportamento della membrana cellulare). In UTIC e Terapie Intensive anche é un importante indicatore di aumento/diminuzione dei fluidi nel torace (edema/enfisema).
ICG = la curva del valore di impedenza. Per convenienza (e similitudine con l’ECG) viene esposta invertita (la curva sale quando il valore scende, cioé quando la Gittata aumenta, e viceversa). Il valore normale é da 20 a 30 ohms. In presenza di edema polmonare può scendere a 5-15 ohms, in presenza di enfisema può salire a 35-50 ohms. Le variazioni dovute al respiro possono raggiungere 3 ohms (respiro profondo), ma la curva fluidica ha varianze dell’ordine di 0,5-1 ohms.
dz/dt = derivata di Zo esposta come curva. Espone le variazioni di impedenza su base tempo, rendendole quindi molto più evidenti. Anche questa curva viene esposta invertita. Su questa curva é possibile identificare le varie fasi di flusso e le eventuali relative disfunzioni. Con un poco di esperienza si possono correlare aspetti della curva a determinati stati patologici
Habitus = la struttura corporea o più propriamente toracica. L’algoritmo di calcolo dell’M-501 é basato su una ipotesi di cilindro, la cui altezza é quella definita dai quattro elettrodi di rilevamento (L = distanza da immettere manualmente nel computer) ed il cui diametro é definito dal peso ed altezza del paziente, e precisato dal suo habitus corporeo (sagittale-verticale-orizzontale).
Sommario:
L’impedenziocardiografia (ICG) é una metodica incruenta nota da oltre 40 anni. Per la sua applicazione clinica i dettagli sono stati elaborati da Kubicek, seguendo Atzler e Nyober.
L’ICG misura le variazioni d’impedenza degli organi e tessuti del torace da una corrente biologicamente inerte ad alta frequenza (40 a 100kHz) e di bassa intensità (1 a 4 mA).
Il valore di base dell’impedenza (Zo) é inversamente proporzionale al volume di liquidi extra ed inter cellulari. Una diminuzione di Zo indica immediatamente un eccesso di liquidi od un edema polmonare. Poiché il sangue é il miglior conduttore nella cavità toracica, l’impedenza di questi dipende dal volume di sangue nel sistema vascolare e dalla velocità del flusso ematico. Quindi sulla impedenza di base Zo appare una modulazione dell’ampiezza sincrona con la funzione di pompa del cuore e proporzionale alla quantità di sangue pompata, e questa modulazione é praticamente equivalente al volume di pompata (SV). Il suo valore in assoluto é proporzionale alla durata della sistole, alla velocità del flusso, ed alla resistenza del sangue che é funzione dell’ematocrito.
Z0 = assorbimento di corrente = impedenza toracica (v.n. 25-30)
Il valore del volume di pompata (SV) può essere calcolato dai parametri misurabili dalla curva modulata, così come dalla loro proporzione in relazione all’ammontare di liquidi presenti nel torace e dal volume di tessuti conduttivi presenti nella cavità toracica.
La forma caratteristica della curva di variazione d’impedenza (dZ o ICG), ed ancora di più della sua derivata (dZ/dt) é risultante dalla somma – a volte con effetti contrapposti – delle variazioni d’impedenza provocati dai flussi generati nel torace in varie direzioni e tempi.
dz/dt = variazioni di impedenza toracica = variazioni di contenuto fluidico nel torace
Per popolazioni omogenee la formula originale di Kubicek é stata ben comprovata al fine del calcolo del volume di pompata (SV). Nel caso di gruppi eterogenei, Sramek ha modificato la formula introducendo fattori di peso corporeo e volemia, ma in modo NON soddisfacente.
Infatti, sulla derivata della curva modulata, nella maggior parte dei casi sono ben riconoscibili i punti di riferimento di un ciclo cardiaco, ed é quindi possibile una lettura diretta. In presenza di disturbi e disordini circolatori però, la conseguente distorsione della curva rende più difficile il riconoscimento di quei punti. In questi casi la loro determinazione deve essere aiutata da proiezioni costruite da curve ausiliarie (ECG, Fono) e quindi il cardiografo M-501 misura il cardiogramma d’impedenza (ICG o dZ), l’elettrocardiogramma (ECG), il fonocardiogramma (PCG), nonché l’impedenza di base del torace (Zo). Dai dati misurabili di questi quattro parametri calcola la frequenza cardiaca e la quantità di sangue espulsa dal cuore ad ogni battito, da cui calcola anche la gittata cardiaca. Inoltre, conoscendo i vari intervalli sistolici e pressioni, può calcolare tutti i parametri emodinamici derivati.
L’individuazione delle variazioni d’impendenza sulla curva dZ/dt, che sono dovute alla somma istantanea aritmetica di entrata ed uscita di sangue dal torace, non sono facilmente definibili senza l’ausilio del rilevamento parallelo di elettrocardiogramma e di fonogramma, che ci indicano chiaramente l’inizio ed il termine del ciclo elettromeccanico nel cuore. L’onda Q dell’ECG rappresenta
l’inizio dell’attivazione elettrica mentre la chiusura della valvola aortica determinata dalla prima componente del secondo suono rappresenta la fine dell’attività meccanica sistolica. L’innovazione, cioé la determinazione, battito per battito, di questi punti consente di ottenere il quadro intero della contrazione elettromeccanica e di ottenere la necessaria precisione in gruppi omogenei, e quindi migliorandola anche in gruppi eterogenei.
Innovazione dell’AskIt = impedenza + ECG + fono = maggiore precisione in assoluto
L’AskIT ha poi introdotto nel programma fattori che consentono di ottenere una maggiore precisione anche in gruppi eterogenei. Questa novità consiste nel riconoscimento che l’impedenza toracica dipende dalla struttura e forma del torace, dalla massa di tessuti grassi e muscoli attorno al torace e, naturalmente, dalla quantità di liquidi extra ed intra cellulari. La struttura del torace dipende dall’habitus corporeo del paziente, che può essere classificato in tre gruppi antropometrici (atletico=mesomorfo, picnic=endomorfo, leptosom=actomorfo). In realtà non é chi non veda che i gruppi rappresentano le tre dimensioni spaziali : mesomorfo od orizzontale endomorfo o saggittale ed actromorfo o verticale.
Quindi interviene nel calcolo anche l’habitus corporeo di ciascun individuo, correggendo il volume di pompata (SV), oltre che con la variazione individuale del peso corporeo rispetto allo standard., Infatti la procedura AskIT prende in considerazione non solo l’habitus, ma anche la variazione di peso, altezza, superficie corporea ed impedenza di base rispetto a quella standard considerata media. Laddove il peso o la superficie corporea siano maggiori dello standard, la correzione aumenta il valore del volume di pompata calcolato con la formula di Kubicek, ed al contrario lo diminuisce in presenza di valori inferiori. In modo similare il volume di pompata viene diminuito in presenza di una impedenza di base inferiore allo standard.
Innovazione dell’AskIt = altezza + peso + habitus corporeo = precisione in gruppi eterogenei
Il risultato é che anche In un gruppo eteregeneo, i valori di volume di pompata misurati con l’M-501 in contemporanea con la cateterizzazione hanno dimostrato deviazioni standard entro il 20% dei volumi riscontrati con il metodo di Fick, risultato sovrapponibile a quello ottenibile con la termodiluizione.
Sono molti i parametri misurabili con metodi invasivi e non invasivi per ottenere un sempre maggior numero di informazioni sul sistema cardiovascolare, ed uno dei più importanti é la Gittata Cardiaca.
Il metodo di Fick e la termodiluizione sono stati per lungo tempo i metodi di elezione per la determinazione della performance cardiaca. Nella pratica clinica, la disponibilità dei due metodi ha condotto ad una evidente differenza nella gestione del paziente che si trova in terapia intensiva in confronto a quello che si trova in corsia.
Infatti solo in UTIC vengono usate metodiche invasive, collegando un catetere posto in arteria polmonare ad un computer. Si calcola la Gittata Cardiaca ed, in congiunzione con il rilevamento cruento della pressione arteriosa con trasduttore, anche la Resistenza Vascolare Sistemica (SVR).
In corsia i parametri normali di rilevamento della performance cardiaca sono il polso periferico e la pressione arteriosa, che di per se hanno portato a false diagnosi di alta Gittata Cardiaca in presenza di una alta pressione arteriosa. Ciò ha comportato atteggiamenti diversi rispetto alle terapie, ed a dibattiti concettuali tra internisti, cardiologi e intensivisti. (Alcuni pionieri hanno anche tentato di determinare la SVR con l’aiuto del gradiente termico degli arti superiori in congiunzione alla pressione arteriosa mediana)
Nel 1960 Kubiceck definisce la sua famosa equazione sulla relazione tra la variazioni di impedenza toracica e la Gittata Cardiaca, e da allora alcune aziende hanno prodotto degli strumenti non invasivi per la determinazione della Gittata Cadiaca, che sono stati usati nella pratica clinica e nella ricerca spaziale, ma finora con successi variabili. Nel 1999 Medicare ha approvato la cardiografia con metodo impedenziometrico come procedura normale e rimborsabile.
Un grande numero di studi ha confrontato le varie metodiche di rilevamento della Gittata : termodiluizione, ecografia transtoracica e/o transesofagea, impedenziografia, ecc., trovando buona correlazione, ma nessun metodo preferenziale. Ciò significa che da un lato nessuna metodica appare migliore delle altre, e dall’altro che il clinico può liberamente scegliere tra le varie metodiche, invasiva, semi-invasiva e non-invasiva.
Termodiluizione
Questa é una metodica invasiva che richiede la cateterizzazione della succlavia o giugulare per accedere all’arteria polmonare. Il catetere viene collegato ad un computer per i calcoli matematici. Se viene usato anche un trasduttore di pressione invasivo in arteria , la pressione arteriosa mediana misurata consente il calcolo della SVR.
La termodiluizione non é un’analisi fatta battito-per-battito, ed inoltre dipende dalla velocità di iniezione del bolo, per cui viene utilizzata la media di tre iniezioni di 10 ml., il che può portare ad ipervolemia (una misura ogni ora = 30 ml x 24 ore = 740 ml di fludio iniettato – ogni mezz’ora = 1440 ml !). La termodiluizione può indurre ad errore nella determinazione della funzione del ventricolo destro nei casi di deficienze sinistre (rigurgito da valvola aortica o mitrale, o difetti del setto). Inoltre il calcolo della Gittata con termodiluzione si basa sull’assunto che non vi sia dispersione di calore dal bolo al sangue circostante o viceversa.
Ecocardiografia transesofagea
Viene introdotta una sonda per via orale nell’esofago con approccio semi-invasivo, non molto confortevole per il paziente. Il posizionamento corretto della sonda é cruciale per la correttezza dell’informazione. Spesso il paziente deve essere anestetizzato, provocando variazioni emodinamiche. Risulta in un dato momentaneo.
Ecocardiografia transtoracica
Richiede presenza costante di personale, per il posizonamento ad angolo corretto della sonda e fornisce solo un dato momentaneo della Gittata. Risulta in un dato momentaneo.
Picco
Recentemente ha avuto un certo successo questo strumento che si basa sulla determinazione di un valore iniziale di Gittata rilevato con la termodiluizione per via venosa centrale per derivare valori di Gittata in continuo dall’onda pressoria rilevata da un catetere in arteria femorale. Il sistema é comunque invasivo e non molto economico per la unicità dei cateteri. Inoltre l’affidabilità delle sue misure é dipendente dalla precisione della termodiluizione.
Impedenzografia
Utilizza 8+4 elettrodi comuni, facili da applicare ed economici, il paziente é sempre confortevole.
E’ una misurazine reale battito-battito che fornisce informazioni sulle componenti elettromeccaniche specifiche, come il Periodo Pre-Ejettivo (PEP), il Tempo di Ejezione Ventricolare (VET) e molti altri parametri di contrattilità. Può essere usato per il monitoraggio in tempo reale, senza bisogno di iniettare fluidi o di presenza continua di personale.
Le curve possono essere memorizzate, ingrandite ed analizzate ulteriormente.
Il ciclo elettromeccanico completo può essere analizzato ed usato per diagnosticare ischemie del miocardio o edema polmonare prima del verificarsi di altri sintomi clinici.
Il corpo umano e di altri esseri viventi, é composto da differenti tipi di tessuti e fluidi. Per questa sua composizione di differenti micro e macro comparti, come le cellule e le loro membrane ed organelli, i tessuti e le cavità anatomiche, si comporta come un insieme di milioni di resistenze e capacitanze microscopiche ed alcune macroscopiche.
Quando in questo corpo, o parte di esso ( una composizione di particelle biofisiche ) viene immessa una corrente ad alta frequenza (100khz) e bassa energia (4 mA), esso avrà una sua impedenza di base (Z0 = 20-30) ed un elemento variable (dZ = 0,1-0,2) dovuto alla pulsazione del sangue. Questa variazione battito-battito dellì’impedenza toracica é di circa il 0,5-1,5 percento (%) dell’impedenza di base ed assomiglia ad un susseguirsi di onde marine.
Nei primi studi si pensò che erano principalmente le variazioni di circolazione polmonare e di contenuto di sangue polmonare (quindi funzione del cuore destro) che contribuivano principalmente alla misura della Gittata Cardiaca. Poi si giunse al concetto dei cilindri paralleli, l’aorta, il torace stesso (quindi il cuore sinistro) responsabili per la variazioni di impedenza.
La cardiografia impedenziometrica é basata su variazioni di impedenza toracica che hanno origini multiple, qundi non riconducibili ad una singola camera o vaso del torace. Questa molteplice origine del parametro rende ovvio che é il complesso movimento del sangue nel torace che é reponsabile per le variazioni di impedenza.
Non é né la velocità, né l’accelerazione, nemmeno il volume o la direzione del flusso da soli, ma la somma di tutti questi eventi nei ventricoli destro e sinistro, nell’arteria polmonare e nell’aorta, la circolazione polmonare e quella sistemica intratoracica che determinano le variazioni d’impedenza.
Sembrerebbe complicato, ma é definitivametne logico, quando si pensa che tutte le variazioni circolatorie del ciclo cardiaco possono essere rilevate dall’istantanea somma di entrata ed uscita di sangue nel/dal torace.
Vi sono altri fattori, la frequenza respiratoria ed il volume d’aria nel torace conseguente al volume corrente che causano fluttuazioni periodiche dell’impedenza toracica, ma poiché la funzione respiratoria ha una frequenza differente da quella cardiaca, con una determinazione continua dell’impedenza questi si possono isolare ed escludere dal calcolo della Gittata Cardiaca.
Poiché l’ampiezza delle variazioni di impedenza é minima (dZ = 0,1-0,2 ovvero 0,5-1,5% di Zo), più le condizioni del paziente sono critiche (e quindi maggiore la necessità di precisione) maggiore é la difficoltà di distinguere sulla sola curva impedenziometrica i segni di inizo/fine del ciclo eletromeccanico del cuore. Per questo é indispensabile la rilevazione in contemporanea, in tempo reale parallelo, di altri parametri cardiologici, come l’elettrocardiogramma (ECG) ed il fonocardiogramma (PCG). La mancanza del contributo di questi parametri é stata la causa dello scarso successo dell’impedenzocardiografia in passato.
L’onda Q di un ECG é l’inizio dell’attivazione elettrica ventricolare, mentre la chiusura della valvola aortica, individuata dal secondo suono sul fonocardiogramma, é la fine dell’attività meccanica sistolica.
L’inizio meccanico della contrazione sistolica dovrebbe essere determinato dall’inizio del flusso, cioè dal primo istante di contrazione volumetrica. Questo avviene quando si apre la valvola aortica od appena prima della chiusura della mitralica. Sfortunatamente l’apertura della valvola aortica e la chiusura della mitralica sono una conseguenza della variazione di flusso, che ne determina quindi i movimenti. Per questo motivo l’inizio meccanico della contrazione sistolica può essere individuato dai punti di flessione della curva impedenziometrica, come determinato dalla prima derivata della curva ICG stessa, ma il rilevamento del suono é importante in quanto consente l’essenziale esclusione di eventuali rumori ed artefatti.
Queste determinazioni battito-battito dell’inizio dell’attività elettrica sistolica (onda Q), inizio del flusso (punto C dell’ICG e primo suono del fono) e della chiusura della valvola aortica (secondo suono fono) ci dà l’intera immagine dell’attività elettro-meccanica della contrazione.
Segnali ed indici
Ciascuna modalità di esame dell’attività cardiaca genera delle curve (ICG, ECG, PCG) sulle quali individua i propri punti di riconoscimento : onde P,Q,R,S,T,U nell’ECG e S1, S2, S3, S4 nel PCG. Analogamente Labadidi et al. hanno individuato onde e punti sulla curva della prima derivata dell’impedenza. Questa curva dZ/dt viene mostrata invertita per evidenziare visivamente meglio le correlazioni con il flusso sanguigno intratoracico.
Una deflessione verso l’alto della curva dZ/dt significa una diminuzione dell’impedenza toracica risultante dall’aumento del flusso di sangue. Il massimo di questa curva indica il reale minimo di impedenza e viceversa.
Nel suo lavoro Lababidi suggerisce i seguenti markers sulla curva dZ/dt :
l’onda A é la prima deflessione verso il basso (aumento dell’impedenza toracica) principalmente associata con l’attività meccanica atriale destra e sinistra
l’onda B é la seconda curva, associata all’inizio del primo suono, probabilmente dovuta all’improvviso cambiamento della contrazione da isometrica a volumetrica
l’onda C é la principale deflessione verso l’alto (diminuzione dell’impedenza toracia) causata dalla variazione volumetrica in sistole nei due lati del cuore
l’onda O viene generata durante l’inizio della diastole ed é associata probabilmente all’apertura della mitralica e della tricuspide , un improvviso aumento di flusso in entrata nei ventricoli destro e sinistro dagli atri. Aumenta in presenza di malattia coronarica quando si osservano movimenti paradossali della parete ventricolare e diminuita elasticità dei ventricoli.
Come in altri tipi di esami cardiovascolari, anche in ICG vi sono degli indici che possono dare una stima di funzioni o predire stati patologici :
L’Indice di Heather é un buon parametro di contrattilità, misura l’espulsione massima in funzione del tempo elettromeccanico, cioé il dZ/dtmax diviso per l’intervallo R-Z
L’indice D/S é un marker di ischemia, cioé il dZ/dt diastolico diviso per il dZ/dt sistolico e può rilevare una deficienza di supply di ossigeno prima che si presenti angina. Esprime l’improvviso aumento della porzione diastolica della curva dZ/dt (che fornisce l’80% dell’ossigeno) premonitore di angina.
Il rapporto A2/A1 é il quoziente della linea di base e può essere usato per rilevare rigurgito o discinesi ventricolare. A1 é l’ampiezza massima della curva ICG e A2 é l’ampiezza della curva ICG al minimo della curva dZ/dt. Se la proporzione é maggiore di 0,85 occorrerà approfondire la diagnosi.
Come nell’ECG e nel PCG (punto J o mormorio protosistolico e endodiastolico), anche nell’ICG vi sono curve e punti rari o di valore diagnostico, cioé deflessioni ed onde che non rientrano in una “normale” curva dZ/dt. Per questo motivo l’M-501 dell’AskIt, oltre ad evidenziare relazioni e dati numerici, consente al medico di esaminare le curve di ECG, PCG, ICG e – importante – la derivata dZ/dt in una scala di tempo parallela alle altre curve per poterne evidenziare la correlazione e non costringerlo ad accettare pedessequiamente i valori numerici calcolati dall’algoritmo. In questo modo possono essere esaminati battito-battito tratti delicati del tracciato, nello stesso modo in cui si può esaminare in dettaglio un tracciato ECG invece di limitarsi ai numeri derivati dall’ECG da un computer. L’esperienza gli consentirà in breve tempo di ottenere una migliore conoscenza dell’elettromeccanica del cuore.
Stabilità
E’ utile notare che, misurando l’ICG ogni minuto per 30 minuti, per uno stesso paziente le variazioni di Z0 non eccedono l’1,2% a riposo. Su 12 pazienti a riposo la deviazione media del valore Z0 e’ stata dello 0,65%
Studi comparativi, riproducibilità
Il coefficiente di correlazione durante il ri-respiro con CO2 e con ICG é dello 0,815.
Indicazioni
L’impedenziocardiografia é l’unico metodo per la misurazione NON INVASIVA, ISTANTANEA O CONTINUA della Gittata Cardiaca, in modo economico (non richede presenza continua del personale, non richiede materiale monouso dispendioso, solo 12 elettrodi superficiali).
La cardiografia impedenziometrica può essere usata in Terapie Intensive, in UTIC ed in Chirurugia per monitoraggio del paziente, dove può indicare automaticamente quando viene violato un valore di massima/minima di un parametro emodinamico. Si può monitorazzare in continuo lo stato emodinamico di un paziente in condizioni circolatorie critiche, od anche per definirne lo stato generale momentaneo. Rende possibile il controllo diretto degli effetti emodinamici di interventi strumentali e farmacologici, e fornisce informazioni strategiche sull’instaurarsi di un trend negativo.
In medicina ambulatoriale consente di assumere maggiori informazioni clinico-diagnostiche sulla funzionalità cardiaca, in più od invece degli ultrasuoni, con maggiore efficienza economica.
In riabilitazione cardiologica consente di determinare la performance massima sopportabile dal paziente post-IMA, migliorandone la qualità della vita. Durante i chekup ed in programmi di riabilitazione, la quantità di dati emodinamici raccolti in modo incruento durante uno sforzo aumenta significativamente le informazioni disponibili, aumentando la sicurezza della prova.
In Terapie Intensive consente una gestione accurata della variabilità dello stato cardiovascolare..
In Anestesia contribuisce a tutto il lavoro dell’anestesista in Sala Operatoria producendo continue informazioni sullo stato di pazienti anestetizzati in stato cardiocircolatorio instabile.
Contribuisce sostanzialmente alla terapia con pacemaker, aiutando a determinare con precisione il tipo e le performance migliori del pacemaker per lo specifico caso.
In dialisi contribuisce alla valutazione dello stato fluidico del paziente e dell’impatto cardiodinamico del trattamento.
E’ essenziale in neonatologia dove é difficile misurare la gittata cardiaca e le sue variazioni.
Un campo di applicazione promettente é quello della farmacologia clinica. I risultati positivi di stabilità e riproducibilità indicano che lo strumento é utilizzabile per l’esame degli effetti emodinamici indotti da somministrazioni estemporanee o continue di terapie farmacologiche. Lo strumento é di facile uso in farmacologia clinica e nella pratica giornaliera, quando la selezione dei dosaggi individuali debba avvenire nel corso della terapia.
La cardiografia impedenziometrica é atta a rilevare le variazioni emodinamiche della circolazione durante riposo o sforzo. Durante un carico di lavoro si possono valutare con maggior precisione e simultaneamente i parametri circolatori elaborati in continuazione. La possibilità di ottenere il calcolo del volume di pompata (SV) ad ogni minuto determina una nuova prospettiva nel corso di valutazioni fisiologiche e patofisiologiche.
Interpretazione dell’impedenziocardiogramma rilevato
con strumenti ASK-IT
Le curve post-processo (cioé dopo l’elaborazione della derivata dell’impedenza dz/dt) che vengono esposte dallo strumento ASK-it M-501 sono :
– l’elettrocardiogramma, cioé i QRS rilevati per i calcoli
– la curva dz/dt cioé la derivata dell’impedenza, cioé le variazioni d’impedenza su base tempo. La curva é invertita per più facile interpretazione, le elevazioni rappresentano un aumento di fluidi nel torace, che in realtà sono diminuzioni dell’impedenza, e viceversa.
– il fonocardiogramma, cioé la curva di rilevamento dei suoni cardiaci dovuti all’apertura e chiusura delle valvole cardiache
– l’ICG, ossia l’impedenza toracica, sempre in modalità invertita come per la dz/dt
Sulle quattro curve vengono identificati dei reperi, utilizzati dal sistema per il calcolo, che vengono esposti affinché il cardiologo possa confermarne la validità del posizionamento :
– la Q e la S di ogni QRS, che definiscono il ciclo elettrico sulla curva dz/dt, e consentono di calcolare i tempi relativi alla contrazione
– il dz/dt massimo (punto Z), cioé la minima variazione d’impedenza, corrispondente al picco della contrazione, al momento di stasi tra la contrazione massima e l’inizio del rallentamento del flusso sanguigno
– l’inizio e la fine della contrazione che identificano l’area sottesa dalla contrazione che é base di calcolo del Volume di Contrazione (Stroke Volume), ed il ritorno di dz/dt al valore di base.
– il dz/dt minimo che corriponde alla chiusura della valvola aortica
– sul fonocardiogramma sono identificate le componenti del primo suono S1 e del secondo suono S2, le cui prime componenti identificano l’apertura e chiusura della valvola aortica
A fianco delle curve rilevate dall’M-501 appaiono i relativi dati, e cioé :
R-R = durata dell’intervallo R-R del battito esposto su quello successivo
PEP = Periodo Pre-Contrazione (PEP = Pre-Ejection Period), ossia la distanza tra l’inizio della scarica elettrica Q e l’inizio di attivazione della valvola cardiaca
VET = Tempo di Contrazione Ventricolare (VET = Ventricular Ejection Time), ossia il tempo totale della contrazione meccanica del ventricolo
QS2 = il tempo sistolico elettromeccanico, cioé il tempo totale della sistole dall’impulso elettrico alla chiusura della valvola aortica
Modalità di utilizzo dell’M-501 dell’AskIt
Lo strumento M-501 può essere usato per effettuare una singola misura di 8 secondi, di 16 secondi o di 60 secondi (queste ultime due utili in presenza di aritmie). Un’altra modalità, monitoraggio in continuo, consente di determinare l’intervallo di tempo tra due memorizzazioni successive di dati e di impostare gli allarmi di massima e di minima su quattro parametri a scelta dei 13 disponibili. Lo strumento é predisposto per l’immissione manuale dei valori pressori, per il collegamento ad un rilevatore di pressione (opzione) automatico oppure al Finapress (Ohmeda).
Informazioni prodotte dallo strumento M-501 dell’AskIt :
Dall’M-501 il cardiologo può rilevare un rapporto cardiocircolatorio che contiene i dati emodinamici sia in dato assoluto che come indice. Tali dati comprendono il volume di ejezione (SV), la Gittata Cardiaca, la Resistenza Vascolare Sistemica (avendo introdotto o rilevato la PA) e gli indici specifici dell’impedenzometria già descritti. E’ disponibile uno spazio per inserire le conclusioni del medico.
Si può ispezionare e stampare l’analisi emodinamica battito-battito con i 4 parametri standard (R-R, vet, pep, qs2 e SV) oppure evidenziando 11 di 13 parametri a scelta. Quest’ultima analisi comprende la media e la Deviazione Standard di ogni parametro. E’ disponibile uno spazio per i commenti.
Si possono vedere e stampare i trend di 4 parametri alla volta dei 13 disponibili in due scale diverse.
Si possono ispezionare e stampare le curve di ciascun battito che ha contribuito al calcolo, evidenziando i reperi usati per ciascun calcolo ed i dati standard.
E’ disponibile un disco CD-ROM in inglese con tutti i dettagli dell’impedenziocardiografia, storia, bibliografia, principi, funzionamento e tecnologia. Chiedetecelo.
FABBRICANTE DI ELETTROCARDIOGRAFI 1-3-6-12 CANALI CON MARCHIO CE
Pompe infusionali
SISTEMA PER LA GESTIONE INFUSIONALE
FMS2000 DELLA BELMONT (USA)
SISTEMA PER LA GESTIONE INFUSIONALE FMS2000 DELLA BELMONT (USA)
Il sistema infonde, in totale sicurezza e senza necessità di sorveglianza continua, sangue, colloidi o cristalloidi, riscaldati a temperatura fisiologica, a flussi tra 2,5-750 ml/min.
Contrariamente ai semplici scaldasangue, od alle semplici pompe d’infusione, l’FMS2000 è l’un unico sistema completo di gestione trasfusioni, comprendente :
– riscaldatore brevettato istantaneo ad induzione magnetica per temperatura in uscita di 37C (39C a bassi flussi)
– pompa d’infusione volumetrica con capacità tra 2,5ml/min. fino a 750ml/min
– due sensori di bolle d’aria (uno in entrata ed uno in uscita)
– un sistema di degassificazione automatico
– monitor continuo della pressione nella linea, con adattamento del flusso in presenza di strozzature e stop in caso di ostruzione, e relativi allarmi
– monitor continuo della temperatura dell’infusione
– istruzioni e controllo del montaggio, spurgo e troubleshooting in linea
– infusione di bolo comandato dall’operatore
– display grafico touch-screen per tutte le operazioni
– possibilità di sostituire il gocciolatoio da 120ml con un serbatoio da 2,9 litri per grandi flussi, e che consente anche di mischiare prodotti infusionali per rendere stabile l’infusione
Specifiche tecniche :
Dimensioni e peso : cm. 35x20x30 – Kg 11,700
Trasportabilità : Attacco a piantana con morsa comandata da maniglia e boccola di arresto
Alimentazione : 220V 50Hz e batteria interna ricaricabile (per tutte le funzioni meno riscaldamento)
Pompa d’infusione : peristaltica tipo roller fornente flussi da 2,5 a 750 ml/min
Riscaldatore : brevettato ad induzione magnetica, 1350 watt
Sensori aria : ad ultrasuoni, uno in entrata ed uno in uscita
Sensori temp. : ad infrarossi, due
+ Trasduttore di pressione in linea
+ Sensore di flusso
Comandi: computerizzati per tutte le funzioni, con raddoppio manuale in caso di disfunzione
Display: elettroluminescente con pannello di comando touch screen impermeabile di cm. 12,5×6,25
Consumabili: circuito standard; serbatoio per cardiotomia inseribile senza distaccare pompa/paziente; doppia linea paziente
Norme : UL, FDA, ISO9001, marchio CE.
Vantaggi
Il sistema FMS2000 non è un semplice riscaldatore, od una semplice pompa, bensì un completo sistema di gestione di trasfusioni di sangue e/o cristalloidi per grandi interventi (fegato, cuore, grande ortopedia, politraumi e qualsiasi intervento a rischio di perdite ematiche importanti)
La pompa peristaltica integrale elimina i rischi associati all’uso di sacche sotto pressione, che perdono rapidamente pressione e flusso, e la necessità di usare separate pompe d’infusione. Consente l’uso di fluidi in bottiglie di vetro.
Realizza flussi normotermici da 2,5 a 750 ml/min a mezzo di riscaldatore ad induzione magnetica che porta in pochi secondi il fluido alla temperatura richiesta, anche se proveniente direttamente dal frigorifero ( a 500ml/min in circa 9 secondi), evitando le note conseguenze dell’ipotermia.
Il monitoraggio continuo di bolle d’aria elimina i rischi di embolia, particolarmente elevati durante infusioni ad alto volume in condizioni di urgenza.
La degassificazione ciclica ogni 500 ml rimuove sia aria proveniente dalle sacche/bottiglie, sia i gas formatisi durante il riscaldamento dei fluidi, evitando possibili embolie polmonare e cerebrale e proteggendo i pazienti con difetti setto-atriali e PFO (patent foramen ovale). Il sistema non usa alcun filtro idrofobico, facilmente occluso se esposto a sangue.
L’operatore in qualsiasi istante puಠiniettare un bolo di flusso e volume desiderati tra 100-500ml.
Il continuo monitoraggio della pressione controlla la pompa e la rallenta/ferma in caso di restringimento/occlusione della linea, evitando possibili ematomi
Il doppio sensore di temperatura ad infrarossi garantisce una infusione normotermica, proteggendo paziente e prodotto (al flusso di 500ml/min. dopo 10 secondi la differenza di temperatura indicata/infusa è di circa 2 gradi C; dopo 20 secondi coincidono completamente)
L’FMS-2000 sostituisce sul mercato mondiale il noto RIS-Rapid Infusion Sysytem (Haemonetics-USA) non più disponibile. E’ meno ingombrante, di più facile installazione ed uso, silenzioso e piu’ economico.
La Belmont Instrument fabbrica, oltre all’infusore FMS-2000, una gamma di strumenti specialistici distribuiti da altre Case , come la IABP della C.R. Bard o il contropulsatore della Arrow.
Per ulteriori dettagli collegarsi QUI
Bibliografia :
– Mark E. Comunale, Dept Anesth. Crit. Care, Harvard Medical School – Today’s Therapeutic Trends 18(1):87-95, 2000
– Charles E. Smith, Dept. Anesth, Case Western Reserve University, Cleveland OH – Seminars in Anesth., Perioperative Med. And Pain, Vol.20, no 1 (March) 2001 : pp 51-59
– Charles E.Smith, Abdallah Kabbara, Richard P. Kramer, Inderjit Gill, Case Western Reserve University, Cleveland, OH – Evaluation of a New IV Fluid and Blood Warming System to prevent Air Embolism – ITACCS, Fall/Winter 2001 : pp 57-61
TEM-A
TROMBOELASTOMETRO AUTOMATIZZATO TEM-A
PER IL CONTROLLO P.O.C. DELLA COAGULAZIONE
TROMBOELASTOMETRO AUTOMATIZZATO TEM-A PER IL CONTROLLO P.O.C. DELLA COAGULAZIONE
Il TromboElastoMetro-Automatizzato TEM-A della Hemologix è uno strumento per la valutazione globale qualitativa del fenomeno dell’emostasi a mezzo di una analisi meccanico-dinamica della coagulazione del sangue. Utilizza la comprovata metodica di Hartert del filo liberamente sospeso in immersione nella coppetta oscillante per analizzare campioni di sangue di 360µl ed esporre grafici e dati che esprimono la dinamica dell’emostasi del paziente.L’analisi e’ supportata da ampia letteratura scientifica e TEM-A introduce nello strumento delle nuove modalità operative che lo rendono modulare, più affidabile, preciso e di utilizzo più pratico come strumento POC (Point-of-Care) in Terapie Intensive e Sale Operatorie.
A differenza di altri strumenti che richiedono una notevole manualità e dispendio di tempo, il TEM-A automatizza molte delle procedure, rendendo il test più preciso e più user-friendly, protegge costantemente il delicato sensore (filo di torsione) ed effettua una calibrazione automaticamente ad ogni test, piuttosto di lasciarne l’incombenza manuale all’operatore ad ogni accensione.
L’interfaccia con l’operatore è costituito unicamente da un mouse operante su un display LCD e la compattezza del TEM-A plurimodulare consente di risparmiare spazio prezioso, anche con 4 moduli di analisi, in quanto incorpora interfaccia, alimentazione, processore e relativa cavetteria in un unico strumento. In alternativa l’economico MonoTEM-A, comprende un solo modulo di analisi e puo’ essere usato con qualsiasi PC.
Il caricamento è molto semplificato, essendo sufficiente pipettare il campione di sangue nel bicchierino, coprirlo con la punta monouso ed inizializzare il test tramite mouse. Ogni altra operazione viene effettuata automaticamente (caricamento della punta, corretto posizionamento di punta e bicchierino, autocalibrazione, inizio test). Al termine dell’analisi è sufficiente comandare la fuoriuscita del campione tramite mouse e smaltire il monouso.
La piastra di supporto del bicchierino è comandata dal software e viene posizionata esternamente al frontale dello strumento per un più facile inserimento del monouso e riempimento con il campione. Un comando sul display provoca lo spostamento della piastra all’interno dello strumento dove carica automaticamente la punta monouso sul suo supporto e si posiziona per ottenerne l’immersione precisa, ed assolutamente ripetibile, nel campione di sangue.
L’operatore non deve effettuare alcuna altra operazione manuale, se non quella di comandare le operazioni con il mouse, e quindi non ha la possibilità di modificare, alterare o danneggiare il sensore (filo di torsione).
Quando lo strumento non è in posizione di analisi, il delicato filo di torsione viene bloccato automaticamente da un freno elettromagnetico, evitando che tale operazione debba essere fatta manualmente dall’operatore con la possibilità concreta di una dimenticanza. Quindi non è materialmente possibile operare sul filo manualmente, evitando la possibilità che l’operazione possa involontariamente causare costosi danni al medesimo con conseguente alterazione dei risultati, necessità di intervento tecnico e di ricalibrazione della postazione.
L’automatismo del caricamento del campione consente di poter iniziare facilmente l’analisi anche sulle altre postazioni, senza pericolo che operazioni manuali, inesistenti nel TEM-A, possano provocare vibrazioni sul filo sospeso ed alterare le analisi già in corso, con notevole spreco di tempo e di costi del monouso qualora il test debba essere ripetuto.
La facilità operativa del TEM-A consente da far effettuare l’analisi anche a personale non specializzato, ma soprattutto è una garanzia di maggior precisione, grazie alla calibrazione ad ogni test, e della riproducibilità dell’analisi per la parte affidata all’automatismo.
Il semplice applicativo gestisce tutte le operazioni dello strumento ed è completo di un database che comprende i valori normali, ove applicabili, i vari tipi di reagenti utilizzabili ed i dati demografici dei pazienti organizzabili per data, nome, reagente, ecc. Valori normali e grafici di riferimento possono essere archiviati nel database ed in una libreria richiamabile sul sommario della misura. Una uscita consente inviare grafici e dati su una stampante deskjet a colori. La tastiera virtuale è disponibile su schermo per immissione dei dati del paziente. Una casella speciale consente di immettere il tempo trascorso tra prelievo ed inizio dell’analisi (t2R=time to R) per una migliore valutazione del parametro R.
Lo strumento utilizza monouso dedicato (bicchierini e punte) in acrilico neutro. La costante evoluzione dei reagenti rende possibile effettuare le analisi esponendo il campione ad eparinasi (qualora si voglia tamponare l’eparina), ad acceleratori del tipo Celite o Kaolino, alla Protamina, al TissueFactor, al ReoPro, a seconda dell’analisi dinamica che si desidera ottenere. Un software separato elabora la derivata della curva per la valutazione della trombina ed e’ possibile realizzare una mappatura piastrinica in presenza di anti aggreganti, con reagenti disponibili commercialmente.
Il modulo TEM-A non richiede alcuna manutenzione periodica, ma sono disponibili un Controllo di Qualita’ per il fondo scala ed il TemaTrol, un innovativo prodotto per il Controllo Qualità dello zero e mid-point interamente vegetale frutto della Ricerca Hemologix.
Per un maggiore approfondimento cliccare QUI
Specifiche tecniche del modulo TEM-A disponibile sia singolarmente (MonoTEM-A) sia in struttura plurimoduli espandibile (TEM-A)
- Filo di torsione liberamente sospeso in bicchierino oscillante (metodica originale di Hartert) con rilevamento elettromagnetico del segnale
- Disponibile in modulo singolo o espandibile fino a quattro moduli di analisi
- Parametri misurati : R-alfa-k-A10-A20-A60-MA + parametri di lisi AL30/60-CL30/60-LY30/60
- Parametri calcolati : E=elasticita’ TPI=indice di coagulazione G=forza tangenziale
- Immissione : demografici, commenti, dati di laboratorio, t2R
- Database con anteprima dati e grafici. Sovrapposizione fino a 5 grafici.
- Libreria e cartella per archiviazione di test di riferimento
- Posizionamento del bicchierino ed inserimento della punta automatizzati
- Calibrazione automatica dello zero ad ogni test
- Comandi a mezzo mouse
- Blocco automatico del filo di torsione quando non in uso
- Regolazione della temperatura ambiente-40°C
- Nel TEM-A display a colori LCD incorporato sopra lo strumento e ripiegabile
- Alimentazione 220V 50Hz, assorbimento max 400 watt
- Dimensioni TEM-A circa cm.35x30x60, peso Kg. 21 (con due moduli). Dimensioni MonoTEM-A circa cm. 16x23x27, peso Kg. 3
- Normative: Direttive CEE 98/79 (Marchio CE per IVD) – CEE 89/336 EN 61326:2998 (ECM) – UNI EN 980:1996
- Qualità: ISO 9000:2000